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14 luglio 2011

La lezione di E. A. Poe

Avevo letto il brano che segue molti anni fa, ma recentemente mi è capitato di nuovo sotto gli occhi: un bagaglio prezioso per chiunque scriva.



brano tratto da Filosofia della composizione di E.A.Poe:


[…] Io preferisco cominciare studiando un effetto. Tenendo sempre d’occhio l’originalità (perché tradisce se stesso chi si azzarda a privarsi di una fonte di interesse tanto ovvia e tanto facile a raggiungersi), io mi dico, in primo luogo: “Degli innumerevoli effetti, o impressioni, di cui è suscettibile il cuore, o l’intelletto, o più genericamente la mente, quale mi conviene scegliere in questo caso?”. Una volta scelto un effetto che sia anzitutto inedito, e poi intenso, rifletto se possa meglio indurlo un episodio o un registro; se sia meglio introdurre episodi correnti e un registro, invece, singolare, o il contrario, o cercare una singolarità tanto dell’episodio quanto del registro. A questo punto mi guardo intorno, o meglio mi guardo dentro, cercando le combinazioni di episodi e di registro che meglio possano aiutarmi a costruire quell’effetto.Mi è capitato spesso di pensare quanto sarebbe interessante il saggio di uno scrittore che volesse (che sapesse, cioè) raccontare nei particolari, passo per passo, i processi attraverso i quali ha portato a termine un suo testo qualsiasi. Perché nessuno abbia mai dato alla luce un saggio del genere non riesco a capirlo. Probabilmente di questa omissione è responsabile, più di qualsiasi altra ragione, la vanità d’autore. La maggior parte degli scrittori, e in particolare i poeti, preferiscono dare a intendere di comporre in una sorta di splendida frenesia, o intuizione estatica. E rabbrividirebbero all’idea di lasciare che il pubblico sbirci, fra le quinte, le crudezze elaborate e vacillanti del pensiero; il senso acchiappato all’ultimo momento, le idee baluginate mille volte senza mai arrivare alla maturità della visione piena; le fantasie maturate invece appieno, ma scartate nella disperazione davanti alla loro inservibilità; le selezioni attente, i cauti rifiuti; le dolorose cancellature, le interpolazioni. In una parola, le ruote e gli ingranaggi; i macchinari per i cambiamenti di scena; le scale a pioli, le botole; le penne del pavone, il cerone rosso e i neri nei che novantanove volte su cento costituiscono il bagaglio dell’histrio letterario.
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07 luglio 2011

Nuove Storie su Ordinazione, ci siamo quasi

Manca ormai solo una suggestione per chiudere la prima raccolta di donazioni per le Nuove Storie su Ordinazione. Ho ricevuto nove suggestioni tramite vari canali, a dieci si chiude!

Forza quindi: una parola, un'immagine, un suono, un link o quello che volete, la vostra suggestione farà parte del primo racconto della serie.